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Sigilli della Questura alla sede del club “Nucleo 1893” che ieri ha subito l’assalto di altri ultras genoani

Sei, per adesso, i denunciati: giusto quelli finiti in ospedale, cinque in ambulanza e uno con mezzi propri. Un centinaio quelli da identificare: i partecipanti alla spedizione punitiva contro il club erede della Brigata Speloncia, fondata nel 2003 e chiusa alla fine del 2020. All’origine, ieri, del raid violento a cinghiate e sprangate in piazza Galileo Ferraris ci sarebbe il fatto che il “Nucleo” abbia tra i suoi soci anche elementi vicini alla destra mentre gli altri club genoani sono graniticamente di sinistra

Avvisaglie e scaramucce non erano mancate, ma mai si era arrivati alla grave compromissione dell’ordine pubblico come è accaduto ieri in piazza Galileo Ferraris. La ruggine tra ultras genoani ha una storia ormai annosa e risale ai tempi della “Brigata Speloncia” dove, oltre ad elementi dell’ultrasinistra antagonista, militavano anche persone che non facevano un mistero dell’essere di destra o addirittura di ultradestra. Il “Nucleo 1893” è nato nel 2021 proprio dalle ceneri della Brigata Speloncia. È il meno numeroso della gradinata nord. Vanta gemellaggi con altri club di diverse squadre di orientamento politico affine, come uno di quelli a cui appartiene uno dei sei finiti ieri in ospedale dopo la rissa generata dalla spedizione punitiva, a cui avrebbero partecipato elementi di diversi club, tra questi, il 5R e il Caruggi. Fattore scatenante, come si è detto ieri, uno striscione, quello dei tifosi perugini.

Così, due ore dopo la fine della partita, un centinaio di persone armate di spranghe e mazze, sventolando le cinture per tentare di colpire l’avversario con le “abbondanti” fibbie, si è parata davanti alla sede del circolo nemico, nel tentativo di lavare l’onta subita nel sangue (pesto) degli avversari. Solo l’intervento in massa della Polizia ha evitato che finisse in una carneficina, vista la strabordante maggioranza numerica degli assalitori rispetto agli aggrediti, appena una ventina. Il tutto sotto gli occhi elettronici delle telecamere i cui filmati aiuteranno la Digos a ricostruire l’identità di quanti più coinvolti possibile.

Il resto è storia nota: gli “assaltatori” che sbucano come un fiume in piena da corso De Stefanis, col capo coperto da caschi da moto. Poi il lancio di bottiglie, le botte, la paura della gente del quartiere che si è trovata a incrociare nel posto sbagliato nel momento sbagliato, le telefonate al 112, le sirene, l’arrivo della Polizia in forze, il fuggi fuggi di quelli che se le stavano dando di santa ragione, i cinque che rimanevano feriti sul campo di battaglia, ancora sirene, questa volta quelle delle ambulanze. Poi l’arrivo della Polizia Scientifica che ha raccolto quanti più elementi possibili e della Digos, che ha interrogato testimoni e oggi ha effettuato un sopralluogo nella sede della tifoseria assaltata, trovando abbondanza di artifizi pirotecnici, fumogeni, torce e razzi. Tutta roba che allo stadio non dovrebbe poter entrare. Sequestrati anche alcuni cellulari da cui la Digos tenterà di estrarre informazioni utili alle indagini attraverso copie forensi. La sede del Nucleo è stata chiusa e sigillata, nell’attesa di nuove perquisizioni che si rendessero necessarie.

Per adesso sono sei i denunciati per rissa: i quattro del Nucleo e il perugino, soccorsi in codice rosso per dinamica e trasportati in codice giallo in diversi ospedali genovesi (uno al Galliera e quattro al San Martino) e uno degli assaltatori, che, rimasto seriamente ferito, non ha potuto fare a meno di presentarsi al pronto soccorso per le cure e lì è stato identificato.

Quanto è successo è un evento che ha fatto deflagrare la tensione che da tempo serpeggiava nella tifoseria del Grifone, fuoco sotto la cenere, una bomba a orologeria pronta a scoppiare, una disamicizia sotto la stessa bandiera costruita su questioni politiche, così forte da superare anche la fede calcistica. Violenza, ancora una volta, nel nome delle ideologie che dividono persino ciò che il tifo unisce.

Foto di Vittorio De Leo

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